Un tempo pieno

Insegnanti precari, continue riforme, il taglio constante dei fondi, una popolazione studentesca quasi invisibile nei suoi diritti: su tutto, un anno e mezzo di DAD che ha reso ancora più vacillante l'intero edificio della scuola pubblica. Quante volte abbiamo sentito dire che la scuola italiana è in crisi? Si vorrebbe sostituire "la scuola del Novecento", ossia la scuola per tutti, gratuita e democratica, con nuove forme di didattica che siano individualizzate e adatte alle esigenze delle famiglie, come fosse un'operazione di target marketing. Un tempo pieno nasce dall'urgenza di difendere la scuola pubblica dai suoi critici, dai suoi attentatori e perché no, anche da sé stessa, senza fare sconti sulle difficoltà e i limiti di un'istituzione per molti versi affaticata e fragile, ancora autoritaria e classista. Dal suo punto di vista di insegnante e intellettuale, Christian Raimo ci ricorda che innovare la scuola pubblica non vuol dire disfarsene, ma studiare nella storia e nei modelli internazionali quelle esperienze di avanguardia che hanno saputo ripensarla radicalmente per farne il nucleo di un'idea di futuro, e restituirla alla sua funzione centrale di officina democratica