Guida perversa alla politica globale. Tutti i paradossi del presente dalla crisi ecologica alla guerra in Ucraina

Mentre emergiamo (lentamente, trasitoriamente) dalla pandemia, e il panorama mondiale al momento di congedarci dal 2021 si conferma catastrofico - disuguaglianze, crisi climatica, il dramma dei rifugiati, una nuova guerra fredda all'orizzonte - Slavoj Zizek affronta il caos in cui viviamo senza risparmiare le stilettate della sua intelligenza a nessun bersaglio: Biden e Trump, il nuovo/vecchio ordine in Afghanistan e la pandemia, Corbyn e la fine del labour, i 50 anni di Julian Assange, il politically correct e la cancel culture. Accompagnato dai suoi feticci pop, sulle note dei Rammstein e dei Los Prisoneros, Zizek guarda con spassionata lucidità alle fratture in seno alla sinistra, alle promesse sempre più vuote della democrazia liberale e ai tiepidi compromessi offerti dai governi, e con un rovesciamento ancora una volta paradossale (ma non troppo), afferma il bisogno e l'opportunità che ci è offerta di costruire una solidarietà internazionale, una trasformazione economica radicale e, soprattutto, di un nuovo comunismo "di guerra".